Puppets
Prima visione: Aula Pacis, 28 novembre 2025, ore 20:00
Première su YouTube: 30 novembre 2025, ore 19:30
DESCRIZIONE
“Puppets” è un cortometraggio realizzato dagli alunni della Scuola Secondaria di Primo Grado "G.Conte" dell’I.C. “Rita Levi Montalcini” di Cassino, nato all’interno di un laboratorio dedicato al cinema, all’educazione emotiva e alla consapevolezza nelle relazioni affettive. Con un’estetica gotica, musiche evocative e una simbologia potente, il corto mette in scena le dinamiche della manipolazione nelle relazioni non sane, quando il confine tra affetto e possesso diventa fragile, quasi invisibile. Cinque figure, cinque ragazzi, si alternano sulla scena, incarnando altrettante facce di ciò che spesso viene scambiato per “amore”: seduzione, controllo, dipendenza, gelosia, illusione. Al centro c’è lei, una protagonista che, passo dopo passo, smarrisce la voce, il tempo, la propria identità. Nel bianco e nero delle prime sequenze, lo spettatore vede ciò che lei non vede: fili invisibili che la tirano, mani che ne guidano i movimenti, uno sguardo ammaliante che lentamente si trasforma in gabbia. La ragazza diventa una bambola, metafora di una soggezione emotiva che incatena. La svolta arriva quando, dopo la caduta della falsa relazione, compare un incontro nuovo: un dialogo fatto di pause, reciprocità, ascolto. Come in una fiaba gotica che improvvisamente ritrova la luce, il mondo cambia ritmo. Il corto si chiude con un gesto semplice, un dono offerto senza pretendere nulla, e un sorriso che non chiede, ma accoglie: il segno di un amore finalmente sano. “Puppets” è un racconto visivo che parla ai ragazzi con il loro linguaggio: immagini, musica, simboli. Un piccolo film che insegna a riconoscere ciò che l’amore è… e ciò che non potrà mai essere.
SINOSSI
Ci sono fili che non si vedono, ma sanno tirare forte. Nel bianco e nero di una scena sospesa, cinque figure si muovono intorno a lei come spiriti antichi: ognuno offre qualcosa che assomiglia all’amore, ma non lo è. Uno la ammalia con parole dolci, uno la controlla col silenzio, uno la avvolge nella gelosia, uno le promette tutto, uno la fa sentire sbagliata senza motivo. Lei, all’inizio, non se ne accorge. I fili le sfiorano i polsi, poi le braccia, poi la voce, che smette di uscire. Le mani dell’uomo-burattinaio, volto imbiancato e occhi scuri, sembrano sfiorarla con delicatezza, ma la guidano, la stringono, la consumano. La marionetta che diventa è l’immagine stessa della sua perdita. Passano giorni. Passano mesi. Forse anni. Finché il bianco e nero non si incrina. Entra in scena un ragazzo diverso: non tira fili, non pretende, non incanta. Si ferma. Ascolta. Attende. Accanto a lui la protagonista ricomincia a respirare. Il movimento torna suo, il passo si alleggerisce. È un passaggio lieve, quasi impercettibile, come una fiaba gotica che, all’improvviso, decide di scegliere la tenerezza. Nel finale, un dono offerto senza possesso, un gesto sospeso, non spiegato, diventa il simbolo di ciò che lei ha ritrovato: un amore che non stringe, ma apre; non spegne, ma accende; non controlla, ma accompagna. “Puppets” è il viaggio di una ragazza che passa dall’essere manovrata all’essere vista, un racconto che smaschera l’inganno dell’amore tossico e mostra il suo opposto più semplice, più raro, più prezioso: la libertà.
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